Il nostro chef Francesco Mineo dice sempre che la sua pasta assoluta, quella da mettersi davanti in una grande scodella nei momenti di fame incurabile, è la pasta “con l’anciova” (con l’acciuga, cioè), quella in versione “rossa”, con l’estratto di pomodoro e il pane “atturrato”.
Così, per saziare allo stesso modo i nostri ospiti, ne ha inventata una versione che è solo apparentemente “in bianco”.
E così come nella tradizionale cucina dei pesci “a mare”, tipica della Sicilia dei pescatori, ha giocato a reinventare gli ingredienti per conservare l’identità del gusto: niente pomodoro secco, niente anciova, ma spaghetti cotti in acqua di pomodoro e colatura di alici.
L’intensità del sapore di casa incontra però un ingrediente nuovo: il crudo di triglia, che con la sua anima nobile porta improvvisamente questo piatto verso un’evoluzione delicata e raffinata.